Da quando abbiamo cominciato a proporre vacanze in bicicletta, la scelta è sempre caduta su una destinazione oltre i confini italiani e con una modalità tutto sommato soft, cioè il trasporto bagaglio con un pullman che ci aspettava alla tappa successiva. Sicuramente una modalità di viaggio che dà una serie di garanzie in caso di problemi lungo il percorso, oltre ad alleggeriti la bici, ma che toglie anche quel tanto di spirito di avventura che ti dà il sapere che tutto è affidato alle tue gambe e alla tua capacità ridurre al minimo il peso del bagaglio.
 
Il 2011 si è caratterizzato per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia e anche noi abbiamo festeggiato a modo nostro scegliendo di organizzare le nostre ciclovacanze sull’italico suolo, unendo idealmente il nord al sud, con una vacanza in Salento prima e in Trentino Alto Adige poi.
Ma poi ci siamo anche detti che era giunto il momento di provare qualcosa di un po’ più impegnativo e quindi ci siamo organizzati la ciclovacanza con bagaglio al seguito.
 
Una piccola parentesi per specificare che le frasi a volte possono avere più interpretazioni e creare piccoli o grandi equivoci, come in questo caso con la frase “bagaglio al seguito”.
Qualche giorno prima della partenza, abbiamo organizzato un briefing aperitivo e lì abbiamo scoperto che alcuni non pensavano che il bagaglio dovesse essere caricato sulla bicicletta: provvidenziale fu quell’aperitivo che ha permesso di evitare situazioni di biciclette con valigia trolley legata al portapacchi!
Chiusa questa parentesi torniamo alla nostra vacanza cominciando subito con alcune informazioni che possono dare qualche idea a chi avesse voglia di ripetere l’esperienza e magari non ha nessuna intenzione di proseguire la lettura di questo diario di bordo.
PERIODO: 14 – 17 LUGLIO 2011
DURATA: 4 giorni a pedali, da giovedì a domenica
KM PERCORSI: 280 circa
DA: Colle Isarco
A: Peschiera del Garda
TAPPE con soggiorno: Bressanone, Egna, Ala
METEO: a Colle Isarco pioggia battente e temperatura autunnale. Pochi chilometri sotto l’acqua e poi sempre tempo degno del nome della pista.
PERCORSO: in massima parte su ciclabili in Trentino; dal Veneto strade e qualche tratto di ciclabile. La differenza tra le due regioni si evidenzia subito al confine geografico.
 
Una precisazione: se vi aspettate un puntuale dettaglio del percorso, la vostra lettura può anche terminare qui e cercate informazioni su siti e guide (noi ci siamo avvalsi di quella di Ediciclo “La Ciclopista del sole. Dal Brennero al lago di Garda” di Claudio Pedroni). Il nostro scopo è quello di darvi un’idea di come può essere una vacanza in bicicletta in quei luoghi e magari farvi venir voglia di provare.
 
Giovedì 14 luglio: Melegnano-Ponte Isarco (Brennero) con pullman. Ponte Isarco-Bressanone in bici
Tot. 43 Km
 
La nostra nuova avventura in bicicletta comincia il giovedì mattina, da Melegnano al solito parcheggio dove ormai d’abitudine carichiamo le biciclette sul carrello bici del pullman.
L’appuntamento è per le 6.30 del mattino, con l’obbiettivo di arrivare a Ponte Isarco entro le 13 per poi cominciare il nostro viaggio a pedali fino a Bressanone. La pratica della sistemazione bici su carrello è a carico degli uomini del gruppo, abilmente coadiuvati dall’autista del pullman: non perché le donne non ne sarebbero capaci, ma perché hanno da scambiare quelle due/trecento parole/minuto per aggiornarsi sulle novità della settimana appena trascorsa.
Archiviata celermente la pratica, alle 6.45 – con un quarto d’ora di anticipo sulla tabella di marcia – si parte alla volta del Brennero. Il traffico in autostrada è quello classico, i passeggeri sono in altre chiacchiere affaccendati e dopo un paio d’ore siamo già ad un autogrill a Verona. Qui c’è il cambio autista che verrà sostituito da una nostra conoscenza, Tino, che ci aveva accompagnato lo scorso anno nella gita al Bernina.
Una colazione, un passaggio al bagno e di nuovo sul pullman che ci condurrà a Ponte Isarco senza più soste.
 
Con più ci spostiamo verso il nord con più il meteo si accanisce, con un cielo sempre più grigio e nuvoloso e pioggia che non lascia sperare in rapidi miglioramenti, tant’è che si pensava di scendere a Vipiteno per accorciare la distanza in bicicletta con Bressanone. Al solo pensiero di qualche chilometro in meno, il nostro bike-boss Moreno ha assunto un’espressione da cocker bastonato e quindi niente sconti chilometri e chissenefrega di un po’ di pioggia.
A Ponte Isarco sosta pullman per scarico bici sotto una pioggia battente e una temperatura tardo-autunnale. Vestizione da pioggia, sistemazione bagaglio su bici, e via verso Bressanone.
Dopo 10 metri circa, dietro l’angolo, un ristorante aperto e non abbiamo avuto dubbi: giù tutti dalla bici e gambe sotto al tavolo, toccando così il nostro record storico di strada percorsa per la prima sosta per cibo. Peccato non ricordare il nome del ristorante perché si è mangiato niente male; dopo pranzo una torta di Rosanna per addolcire la cupa giornata di pioggia, vestizione anti acqua e in sella sulla ciclabile direzione Vipiteno.  
 
Il percorso è un continuo sali scendi molto piacevole, lungo il fiume Isonzo e il fatto che non sia molto caldo è sicuramente un vantaggio. Anche la pioggia dopo pochi chilometri ci dà tregua e la biciclettata prosegue in modo piacevole, nonostante qualche problema di catene che cadono: la sistemazione delle bici sul carrello del pullman lascia sempre qualche strascico all’efficienza del mezzo, ma i nostri abili meccanici, Claudio, Ettore, Fabio e Silvio, hanno raggiunto vette eccelse nella sistemazione di catene e tempi oltre ogni record nella sistemazione delle forature.
 
 
“Arrivati a Bressanone non potete perdere una visita all’Abbazia di Novacella e uno aperitivo a base di spritz”, così parlò l’autista del pullman e così fu. Si tratta dell’Abbazia dei Canonici Agostiniani molto attiva nei sui compiti di cura pastorale che trae il suo sostentamento anche dalla coltivazione e vendita di prodotti  agricoli e vini. La nostra folgorazione sulla via di Novacella si chiama spritz, un fresco aperitivo mediamente alcolico che ha aperto la strada al tradizionale aperitivo di fine giornata a pedali. A fine vacanza è stata stilata una graduatoria degli spritz migliori: in testa quello di Novacella assieme a quello di Peschiera del Garda, gli altri non degni di nota.
 
Il nostro albergo a Bressanone è l’Hotel Goldenes Kreuz: ambiente gradevole, camere confortevoli, vicinissimo al centro. Unico neo: una prima colazione non proprio all’altezza delle pantagrueliche colazioni che ti permettono di saltare anche il pranzo.
Il dopo cena è stato sorprendentemente piacevole: una notte bianca nella teutonica Brixen, con musica in ogni angolo della città, negozi aperti, migliaia di persone in giro e un temperatura gradevolissima non è cosa che capita spesso e abbiamo molto apprezzato questo regalo della dea bendata.
 
 
Venerdì 15 luglio: Bressanone-Egna. Tot. 80 km
 


Sveglia alle 7.30, colazione e sistemazione bici: per fortuna siamo in luoghi dove non si fa fatica a trovare negozi con attrezzi per bici e meccanici. Giro per Bressanone con la luce del sole: una cittadina deliziosa e ci spiace un po’ lasciarla…anche perché per la serata è prevista la festa della birra.
Il percorso verso Bolzano è una vecchia ferrovia recuperata, facile, facile, un incanto! La giornata è piacevolmente soleggiata e dopo 14 km, a Chiusa, siamo già per fermi per un caffè, ma poi senza soste fino a Bolzano per il pranzo.
A Bolzano si ha veramente la sensazione che la mobilità ciclistica sia considerata uno degli elementi della mobilità con pari dignità ed attenzione. La rete ciclabile è chiara, ben segnalata, interconnessa con altri mezzi di trasporto, sicura e semplice da utilizzare e ovviamente molto utilizzata. La città è piacevolissima, ben tenuta, con un bel centro storico, molto verde e molto vivace, almeno per quello che noi abbiamo potuto verificare, e non si fa fatica a capire perché è la città con la più alta qualità di vita urbana: meriterebbe un soggiorno più lungo ma abbiamo ancora un po’ di strada prima di arrivare a Egna.
 
Il tratto in uscita da Bolzano, lungo il fiume Adige è deliziosamente ombreggiato e siccome abbiamo
deciso per una variante al lago di Caldaro seguiamo le indicazioni per Appiano: una decina di chilometri in salita non sono quello che si dice un percorso di tutto relax, tuttavia il paesaggio di meleti e vigneti è a modo suo rilassante e la vista del lago appagante. Una sosta al lago, un gelato, un po’ di refrigero ad una fontana per i piedi e poi gli ultimi chilometri verso il nostro albergo a Egna (e non sono proprio bellissimi).
 
Alle 18 siamo già al nostro albergo: Hotel Andreas Hofer, realizzato in un’antica struttura, con una serie di corridoi su livelli diversi: un albergo curioso e da provare.
C’è giusto il tempo di depositare il bagaglio in camera: lo spritz ci aspetta e la doccia può attendere.
Cena sotto i famosi portici di Egna, due passi in centro (nel senso letterale perché di fatto siamo già in centro). Anche qui il caso ha voluto che fossero previsti una serie di spettacoli, musica, teatro, danze ma il temporale ci ha dato giusto il tempo di vedere un paio di balletti di un gruppo folkloristico della Georgia e poi ci siamo dovuti arrendere, noi e gli organizzatori: peccato!
 
Sabato 16 luglio: Egna-Ala. 100km con deviazione a Rovereto, 85 km per chi ha evitato Rovereto.
 
(piazza delle Oche a Rovereto)

La giornata inizia con una defezione: un attacco di periartrite di una dei nostri la costringe a prendere il treno con suo marito ed ad attenderci alla prossima tappa.
A parte questa spiacevole parentesi, la giornata è bella e il percorso lungo la valle dell’Adige molto piatto: dopo i saliscendi dei giorni precedenti questo tratto risulta quasi monotono se non fosse per l’intenso traffico di biciclette da corsa che ti costringono a porre non poca attenzione. Una sosta al bicigrill di Nomi è doverosa non foss’altro per vedere cosa significa dare servizi alle biciclette: un’area sosta attrezzata, fontanella d’acqua, i servizi igienici, i giochi per i bambini e un bar ben fornito…..esattamente quello che cerca un automobilista in viaggio. Non lontano da Ala la deviazione per Rovereto divide il gruppo: alcuni vanno diretti all’albergo successivo ma la maggior parte decide per una visita a Rovereto. Anche in questo caso varrebbe la pena soffermarsi un po’ di più soprattutto per il famoso museo di arte moderna e contemporanea MART che non rinunciamo a visitare almeno al suo esterno.
Ancora pochi chilometri ad Ala, ma ci sembrano lunghissimi: sarà perché il tratto in bicicletta nel pomeriggio è stato sempre controvento ed è molto peggio delle salite del giorno prima. All’arrivo all’Hotel Viennese, solo per conservare un minimo di dignità, qualcuno ha evitato di baciare il suolo in segno di ringraziamento.

 
Domenica 17 luglio: Ala-Peschiera del Garda. Tot. 60 km
 
Da Ala a Borghetto siamo ancora in territorio della provincia di Treno, dopo di che si entra in Veneto ed è subito un altro mondo, in termini di ciclabilità: sono molti i tratti di strada provinciale piuttosto trafficata, soprattutto da moto e il momento più difficile è una salita al 10% per arrivare a Rivoli Veronese, famosa per una delle battaglie di Napoleone, in ricordo della quale intitolò una via di Parigi, Rue de Rivoli.
L’arrivo a Lazise e la sosta pranzo ci riconcilia dopo un percorso non sempre facile.
Sono le 15 quando lasciamo Lazise per Peschiera del Garda: pochi chilometri in mezzo al traffico domenicale dei vacanzieri e dei forzati dei parchi divertimento, non proprio consigliabile ma ormai siamo in ballo…..
A Peschiera non manca il tempo per un ultimo spritz, per alcuni, e un veloce giro di shopping per altri: il pullman ci aspetta per il ritorno a casa… e intanto ci consoliamo pensando al prossimo anno: non è mai troppo presto per cominciare a sognare!
 
 
Tutte le foto qui.
Per il supporto logistico degli alberghi ci siamo avvalsi del tour operator Due Ruote nel Vento