Viviamo tempi in cui al cattivo gusto sembra veramente non ci sia limite.
E in quanto a cattivo gusto una casa automobilistica ha toccato il fondo, sottolinenando che con la propria auto non esistono regole: c’era proprio bisogno di sottolinearlo nel paese con il più alto tasso di mortalità per incidenti stradali causati il più delle volte dal mancato rispetto delle più banali regole della strada? 

Viviamo tempi in cui al cattivo gusto sembra veramente non ci sia limite.
E in quanto a cattivo gusto una casa automobilistica ha toccato il fondo, sottolinenando che con la propria auto non esistono regole: c’era proprio bisogno di sottolinearlo nel paese con il più alto tasso di mortalità per incidenti stradali causati il più delle volte dal mancato rispetto delle più banali regole della strada? 

Ancora più stridente questa pubblicità installata a Milano a pochi metri dal luogo dove giorni addietro ha trovato la morte un ragazzino di 12 anni a causa di un’auto parcheggiata in divieto di sosta: anche per questo motivo è stata inviata una lettera alla casa automobilistica e, per conoscenza, al Sindaco Pisapia e all’assessore Granelli, a firma del presidente di Fiab Ciclobby di Milano che di seguito riportiamo.

"Ci riferiamo alla campagna attualmente in atto che pubblicizza la nuova Hyundai Veloster con lo slogan: “L’unica regola è che non ci sono regole”.

Riteniamo tale motto offensivo del buon senso.
 
Di più: inserito in una campagna pubblicitaria dedicata alla promozione dell’automobile, e spesso mirata ad un pubblico giovane, nell’ambiguità del messaggio, tale slogan potrebbe essere inteso anche come forma di istigazione a sottrarsi alle regole della circolazione stradale. Il che ci sembra semplicemente inaccettabile, tanto più in un Paese, l’Italia, che ancora oggi sconta la più alta mortalità europea sulle strade urbane, spesso anche a causa della indifferenza al rispetto delle regole.
 
Diciamo allora che si tratta di un brutto messaggio pubblicitario.
 
Ma a questo dobbiamo aggiungere che, sicuramente per una pura coincidenza, a Milano questo brutto messaggio è stato anche collocato in un luogo sbagliato.
 
Infatti, come segnala oggi sul Corriere della sera il signor Davide Scalmani, papà di Giacomo, il dodicenne morto solo poco più di una settimana fa in via Solari per un’apertura distratta della portiera di un’automobile in divieto di sosta, da alcuni giorni questa campagna ha fatto la sua comparsa su un enorme spazio pubblicitario adiacente a un edificio in zona piazza Sant’Agostino, a pochi metri da dove si è consumata la tragedia. Suscitando un senso di oltraggio alla memoria.
 
Per tali motivi, vi chiediamo di provvedere alla rimozione immediata dello stesso, fermo restando che è comunque nostra intenzione sottoporre la valutazione della campagna suddetta all’attenzione degli organi di autodisciplina pubblicitaria.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)"