Dopo la prima settimana di Area C del comune di Milano e dopo aver seguito le opinioni varie sul tema vorrei condividere una riflessione partendo da una constatazione: il comportamento dell’essere umano è veramente curioso e molto spesso schizofrenico.
 

 
Dopo la prima settimana di Area C del comune di Milano e dopo aver seguito le opinioni varie sul tema vorrei condividere una riflessione partendo da una constatazione: il comportamento dell’essere umano è veramente curioso e molto spesso schizofrenico.
 
Se sentissimo una persona obesa lamentarsi per tutti i problemi legati ai suoi chili di troppo e nel contempo dichiarare che vuole perdere peso ma continuando a mangiare quel che più gli piace, credo che ognuno di noi ragionevolmente gli risponderebbe che forse è il caso che si chiarisca le idee e, se proprio non vuole affrontare dei sacrifici alimentari, la smettesse di fracassarci l’anima con i suoi problemi.
Avremmo potuto fare anche esempi diversi (e mi scuso con le persone che hanno questo genere di problema e si sono sentiti offesi) ma questo ben si presta a spiegare la malattia dei nostri tempi che si chiama “bulimia da auto”: non facciamo che lamentarcene ma sembra non se ne possa fare a meno, salvo poi “vomitare” tutto il nostro disgusto nei confronti di altri automobilisti rei di intasare strade, occupare parcheggi, o addirittura andare troppo lenti magari rispettando i limiti di velocità!
 
Dopo decenni di “urla manzoniane” da parte di tutti – cittadini, amministratori, politici… – sul problema del traffico, dello smog, dell’invivibilità delle nostre città; dopo sequele infinite di studi, dibattiti, convegni, seminari, tavoli di coordinamento (regionali, provinciali, comunali, condominiali….), cabine di regia e chiacchiere al vento,  dopo tutto ciò al primo provvedimento vero che coraggiosamente affronta il tema della vivibilità della città che non può prescindere da un modello di mobilità diversa da quella a quattro ruote, una buona parte di quelli che si sono lamentati per tutto quanto sopra scritto oggi si sente lesa di un diritto: quello della mobilità con auto privata (non sancito dalla costituzione come qualcuno vaneggia).
 
Sicuramente il provvedimento dell’AREA C attuato dal comune di Milano ha necessità, come tutte le cose nuove, di essere messo a punto; sicuramente è indispensabile investire risorse economiche (cosa che non è stata fatta in decenni e oggi ne vediamo i risultati) su una serie di interventi per favorire la mobilità delle persone senza l’uso dell’auto (leggi: potenziamento mezzi di trasporto collettivo – ivi incluso i taxi di cui ci sarà bisogno in numero sempre crescente e forse anche il problema della liberalizzazione avrebbe un impatto minore se non nullo -, potenziamento rete ciclabile, potenziamento del bike-sharing e del car-sharing…).
Fatti tutti gli aggiustamenti necessari, che hanno bisogno anche di un po’ di tempo e un po’ di pazienza da parte nostra, è indispensabile però che ognuno di noi si metta in discussione e si domandi “cosa sono disposto a fare io per affrontare il problema della vivibilità della mia città?”. Perché di questo si tratta: parliamo di vivibilità e alzi la mano chi è felice di vivere in una città dove i bambini non possono camminare o andare in bicicletta; dove adulti normodotati devono fare slalom tra le auto parcheggiate per ogni dove per raggiungere casa o un negozio per la spesa; dove una persona diversamente abile addirittura non può uscire di casa se non accompagnata da qualcuno che lo aiuta a superare la giungla di auto. Si faccia avanti chi al mattino è felice di aprire la finestra di casa e fare un bel respiro di smog oppure serenamente porta i propri figli a giocare nel parchetto sotto casa che ricorda vagamente una camera a gas.
Se tutto questo vi piace – cittadini, politici, amministratori…. – allora fateci una cortesia: smettete di lamentarvi del traffico, della sicurezza, dell’inquinamento e affini.
Se invece pensate che voi e i vostri figli meritate una qualità di vita migliore allora, per favore, cerchiamo di essere molto onesti con noi stessi e non pensiamo che spetti sempre ad altri trovare delle soluzioni: il cambiamento siamo noi e se vogliamo città più vivibili soluzioni diverse dal togliere un consistente numero di auto dalla nostra vita non ce n’è. Neanche Maga Magò e Mago Merlino messi insieme potrebbero, con un colpo di bacchetta magica, eliminare i problemi del traffico senza toglierci l’auto da sotto le terga, figurarsi un semplice sindaco!
Dunque, riorganizziamo la nostra vita magari spolverando la vecchia bicicletta seppellita in cantina da troppi anni e non dite che non ce la potete fare: siamo stati capaci negli anni di affrontare grandi cose ogni giorno e saremo in grado di superare brillantemente anche questa prova.
Giulietta Pagliaccio
Coordinatrice FIAB Regione Lombardia
Presidente L’ABICI-FIAB Melegnano
3355476520