Vi avevamo promesso qualche dettaglio in più della nostra ciclo vacanza ma, ripensadoci bene, raccontarvi dei luoghi meravigliosi visitati nella Foresta nera ci sembra quasi superfluo: le immagini dicono già molto di questi luoghi. Quello che le immagini non raccontano, invece, sono situazioni particolari di vita vissuta durante un viaggio in bicicletta.
 

Vi avevamo promesso qualche dettaglio in più della nostra ciclo vacanza ma, ripensadoci bene, raccontarvi dei luoghi meravigliosi visitati nella Foresta nera ci sembra quasi superfluo: le immagini dicono già molto di questi luoghi. Quello che le immagini non raccontano, invece, sono situazioni particolari di vita vissuta durante un viaggio in bicicletta.
 
Innanzi tutto, se partite con l’idea che una vacanza in bicicletta vi farà dimagrire dimenticatelo, a meno che non abbiate una volontà granitica a prova di colazione tedesca. Sì, perché la prima colazione è il momento più pericoloso: tavole imbandite con generi alimentari più vari da sfamare un esercito e tu che ti avvicini con l’idea che “la prima colazione deve essere sostanziosa” – lo dicono anche i medici –  e cominci a preparati il piatto con quantità di cibo per un fabbisogno calorico di una decina di camalli che devono scaricare almeno un paio di navi merci.
Sul pranzo la temperatura africana quest’anno ci ha fatto scegliere alimenti più freschi e leggeri, con qualche digressione verso i gelati… “ma tanto abbiamo ancora molti chilometri in bicicletta”.
La cena, infine, è il momento in cui si entra nella cultura del paese che ti ospita e quindi vai di stinco di maiale, wurstel e crauti, schnitzel, salsicce al metro alla faccia del colesterolo e dei vegetariani ma, soprattutto, birra dai nomi impronunciabili che costa molto meno dell’acqua e dunque diventa anche una questione economica.
Bilancio della settimana: a chi è andata bene qualche etto è andato perso, tutti gli altri negano anche sotto tortura di aver preso un paio di chili e sono ancora convinti che la loro bilancia non funzioni troppo bene.
 
In Germania è impossibile perdersi: la segnaletica dei percorsi ciclabili è a prova di stupido.
Lì ti segnalano la direzione, il nome della località, i chilometri che devi ancora percorrere e, in alcuni casi, la percentuale di pendenza della salita: alcuni di noi sono rimasti in adorazione dei pali della segnaletica con le lacrime agli occhi, pensando ai pali italiani che, quando ci sono, ti danno sì e no il nome della località da raggiungere. Comunque, anche la segnaletica tedesca non è perfetta e anche noi ci siamo persi, ma non in un posto qualsiasi: nella zona industriale tra la Svizzera, la Francia e la Germania. Abbiamo fatto il tour delle fabbriche del maggiore polo chimico-farmaceutico europeo. E quale luogo più evocativo per farsi cogliere da un malore, la classica botta di caldo che ti fa sentire come una pelle di stracchino? Per fortuna niente di grave e per fortuna, come nelle migliori barzellette, eravamo a pochi metri dalla strada maestra alla volta del nostro albergo.

Per chiudere due parole su Freiburg (Friburgo per noi italiani). Dopo giorni e giorni passati tra paesaggi bucolici, paesi da cartolina con Heidi e capretta inclusi e cittadine dove ti domandi se le persone che hai visto fino alle 21 erano comparse di un film che, finito il proprio ruolo, sono scomparse non si sa dove, arrivare in una grande città ci ha un po’ stordito. Ma lo stordimento era dato da un intreccio di lunghi tram che passavano senza soluzione di continuità, gente per strada ovunque – a piedi, in bicicletta, in carrozzella, col monopattino – e 4 automobili o poco più. Una sana confusione senza alcun sottofondo di motori, strombazzi di clacson e aria irrespirabile: fantastico!
Freiburg è una bella città giovane, vivace e molto informale.
La città, come altre in quei luoghi, è attraversata da lunghi canali di acqua corrente a cielo aperto ed è assolutamente normale vedere gente che, in modo molto disinvolto, si rinfresca i piedi mentre cammina o lascia giocare i bambini con l’acqua (vendono anche delle barchette proprio per il gioco dei bimbi) o improvvisa un birra-party con birra al fresco nei canali.
Certo, tutti questi canali insieme alle rotaie dei tram sono un vero attentato all’incolumità delle persone, se non si presta la dovuta attenzione (in Italia farebbero la fortuna di schiere di avvocati). Ma anche in questo caso la cultura popolare viene in aiuto e si dice che chi cade in questi canali deve sposare una persona del posto per evitare colpi di “iella perniciosa” (giusto per usare un eufemismo).
Naturalmente uno dei nostri sta disperatamente cercando l’anima gemella friburghese.