Quando le ragazze – 21 e quasi 25 anni – ci hanno espresso il desiderio di fare una vacanza insieme, nonna compresa, nel solito posto al mare dove abbiamo trascorso tante estati ci si è inumidito il ciglio e, dopo anni di vacanze separate, vuoi dirgli di no?!?

Quando le ragazze – 21 e quasi 25 anni – ci hanno espresso il desiderio di fare una vacanza insieme, nonna compresa, nel solito posto al mare dove abbiamo trascorso tante estati ci si è inumidito il ciglio e, dopo anni di vacanze separate, vuoi dirgli di no?!?
Detto, fatto è partita l’organizzazione che prevedeva le ragazze, con bagaglio e nonna, in auto e io e mio marito con bici più treno, partendo qualche giorno prima: una sorta di luna di miele in bicicletta che ci piace tantissimo, visto che in genere ci muoviamo con uno stuolo di “amicidibici”.
Il diario di bordo ci serve per ricordare un percorso che ci piacerebbe riproporre perché la Toscana è una delle regioni italiane in cui vale sempre la pena un giro ma se non provate in bicicletta non sapete cosa vi perdete!
Andiamo con ordine e cominciamo da alcuni dettagli.
Periodo: dal 4 al 6 agosto 2011
Modalità: treno + bici
Percorso: Da Melegnano a Viareggio in treno (senza cambi!), in bicicletta da Viareggio a Livorno, da Livorno a Marina di Castagneto Carducci e infine da Marina di Castagneto a Riotorto (5 km prima di Follonica).
Tot. Km: 212, circa 70 km al giorno.
 
Giovedì 4 agosto.

A Melegnano transita un unico treno che arriva in Toscana diretto, porta la bici e tutte le volte che lo abbiamo utilizzato ha sempre avuto una puntualità elvetica. Anche questa volta le ferrovie sono riuscite a stupirci e arriviamo comodamente a Viareggio in perfetto orario.
Dalla stazione di Viareggio finalmente in bici verso la foce del fiume Serchio, il Parco di Migliarino e la tenuta presidenziale di S. Rossore. Il percorso è vario, strade normali, tratti di ciclabile, in mezzo alla macchia mediterranea, ogni tanto lunghe spiagge e il mare fanno da cornice al nostro pedalare e la temperatura è incredibilmente gradevole: non crediamo a tanta fortuna. In effetti qualche neo pure c’è stato e prendete nota:  la tenuta di San Rossore è aperta solo il sabato e la domenica e dunque si torna indietro e ci tocca un pezzo di strada Aurelia che, tutto sommato, si presenta meglio del previsto.
Marina di Pisa, Via Livornese e chilometri e chilometri costeggiando la base americana di Camp Darby, il più grande arsenale USA all’estero. Immerso nella pineta toscana, dietro una rete metallica con minacciosi cartelli che intimano di non oltrepassare l’area militare, si scorgono molti animali: sembrano daini, ma la nostra cultura etologica è mutuata dai film di Walt Disney e solo da poco tempo abbiamo scoperto che Bamby è un cucciolo di cervo e dunque …  
L’estensione di quest’area militare è impressionante e ci sembra un’enorme spreco di territorio tolto alla fruizione delle persone “normali”. Anche alcune strade rilevate attraverso google hearth sono interdette e il nostro percorso deve essere rivisto.
 
Finalmente la via per Calambrone e poi verso Livorno lungo una bella ciclabile lungomare. L’entrata a Livorno città è piuttosto complessa e molto poco bike-friendly, ma ce la facciamo e cerchiamo il nostro bed&breakfast, Villa Liburnia.
Il posto è nell’ultimo quartiere di Livorno e per raggiungerlo dobbiamo farci una salita di un paio di chilometri mediamente impegnativa: gli sforzi vengono premiati da questo casolare ristrutturato di recente che offre una vista mozzafiato sul litorale di Livorno. I gestori sono due giovani, fratello e sorella, che ti accolgono amichevolmente e ti fanno sentire subito a casa, come dovrebbe essere lo spirito di ogni bed&breakfast .
Sistemazione bagaglio, doccia e qualche minuto per godersi il tramonto dal lettino bordo piscina e siamo pronti per la cena in un ristorantino non lontano dal nostro b&b che raggiungiamo velocemente grazie a una ripida discesa che ci toccherà fare a spinta al ritorno.
Il ristorante Limoncino è un posto delizioso, non troppo grande, e si mangia sotto una pergola di glicine meravigliosa: cena eccellente ad un prezzo più che accettabile. E tanto ci siamo, siccome ho provato a rifare un piatto di quelli mangiati quella sera e non è venuto niente male, vi do una ricetta: tagliatelle ai cereali con pomodorini e cacioricotta.
Soffriggete uno spicchio d’aglio con un buon olio toscano facendo attenzione a non bruciarlo. Aggiungete una manciata di pinoli e li fate dorare; da ultimo una dadolata di pomodorini freschi da cuocere per qualche minuto. Scolate la pasta e passatela nella padella con il sugo, aggiungendo foglie di basilico e mentuccia. Impiattate e grattugiate grossolanamente il cacioricotta: semplice dal risultato garantito!    
La strada del ritorno dal ristorante al b&b è un’esperienza da vera luna di miele: lei e lui, soli con le loro biciclette lungo strade deserte senza alcuna illuminazione se non quella di un tetto di miliardi di stelle, spingendo la bicicletta sulla ex ripida discesa adesso salita con pendenza assassina, il lato romantico del cicloturista!
 
Venerdì 5 agosto.
Dopo la colazione la nostra giornata comincia con una bella discesa fino al centro di Livorno. Breve visita alla città e poi verso sud lungo la ciclabile del lungomare. Molto bella la terrazza Mascagni, praticamente una piazza che si affaccia sul mare, un salto al mercato settimanale e poi verso la strada Aurelia per raggiungere Quercianella e poi Castiglioncello, molta salita ma impegnativa più per il traffico dei villeggianti: il mare in questo tratto non ha nulla da invidiare ad altri splendidi mari dei nostri litorali e molti parcheggiano lungo la strada per raggiungere qualche spiaggia rocciosa sottostante.
 
Da Castiglioncelloa Vada il percorso è quasi tutta su ciclabili e molto curioso è il tratto che va verso la spiaggia di Vada: un piccolo suk di vu cumprà con la solita mercanzia di tutte le estati. Un po’ come passare in mezzo ad un mercato africano  prima di arrivare in spiaggia, magari non troppo regolare ma pittoresco.
Da Marina di Cecina pedaliamo verso  Marina di Bibbona: siamo nella maremma settentrionale e nella riserva naturale dei Tomboli di Cecina. Si tratta di una riserva naturale biogenetica che si estende per 15 km ed è una tra le più belle foreste italiane, ricca di una folta e varia vegetazione che si differenzia via via che ci si inoltra dal mare verso l’entroterra.  Sulla spiaggia fioriscono il giglio e il papavero di mare, mentre, nella macchia bassa, i ginepri fissano le dune più esterne e nella macchia alta prevalgono i lecci, i pini marittimi ed i pini domestici. È tutta transitabile in bicicletta, la vegetazione è così fitta che la calura estiva diventa un vago ricordo e se poi avete voglia di un bagno ogni tanto ci sono dei passaggi che vi conducono a lunghe spiagge ancora un po’ selvagge: un pezzo di paradiso!
Lasciata a malincuore la pineta il nostro percorso verso Marina di Bibbona e Marina di Castagneto Carducci sarà lungo la vecchia Aurelia: un bello stacco con il tracciato dentro la pineta ma, tutto sommato, non è male. A Marina di Castagneto il nostro b&b è Il podere del Conte Gherardo:  anche il cicloturista ama trattarsi bene e questo è un posto ideale! Si tratta di una casa colonica immersa in un magnifico parco con piante mediterranee e le camere sono accessibili da un piccolo terrazzino affacciato sul verde. Un tuffo in piscina è il giusto coronamento di una calda giornata in bicicletta. Della serie: il cicloturismo non è solo sudore, polvere e fatica!
Cena a Marina di Castagneto, al ristorante di pesce “Il poeta” con una terrazza direttamente sulla spiaggia e poi un rientro al b&b rallentato dai festeggiamenti di un carnevale fuori stagione con carri, maschere e coriandoli neanche fossimo a febbraio. Anche in questo caso viviamo il nostro magico momento romantico, in bicicletta lungo un percorso notturno nell’immancabile pineta che poi prosegue con la ciclabile degli Ulivi che collega Marina di Castagneto a Donoratico.
 
Sabato 6 agosto.
Un po’ ci dispiace lasciare questo pezzo di paradiso immerso nella campagna toscana, ma Riotorto – e le bambine – ci attendono. All’uscita dal b&b ci si trova sulla ciclabile degli Ulivi (sbuca alla stazione ferroviaria di Castagneto Carducci). Un pezzo di Aurelia e poi in salita verso Castagneto Carducci:  6km di salita e non voleva farmi vedere il centro di questo grazioso borgo legato al poeta! Sosta macedonia – ma quanto costa la frutta?!? – e caffè e si riparte: ancora salita fino a Sassetta ma poi via in discesa fino a Suvereto!
Ormai si è fatto tardi per arrivare per il pranzo, la temperatura comincia ad essere impegnativa e Suvereto vale una sosta. È uno dei comuni della Val Cornia, felicemente nota per i suoi vini e insignita della Bandiera Arancione del Touring Club come uno dei borghi più belli d’Italia: vuoi non approfittarne? Il centro del borgo è incastonato su una collina e la bicicletta la si porta a spinta; per mangiare qualcosa si ha solo l’imbarazzo della scelta che, nel nostro caso, cade sull’Antica Osteria dei tre briganti….e si rivelerà un’ottima scelta.
 
Salire sul sellino di una bicicletta rimasta al sole di agosto tra le 13 e le 14 è un’esperienza paragonabile al rogo della Santa Inquisizione (che di santo non aveva proprio niente): mancano ormai solo una ventina di chilometri a casa ma la temperatura africana te ne fa percepire almeno il doppio.
Il percorso è su viabilità ordinaria in mezzo a casolari e vigneti (degna di nota la struttura dell’azienda vinicola Petra dell’architetto Botta) e il traffico è praticamente assente: a quell’ora è più facile che le persone siano in spiaggia piuttosto che in auto, figurarsi su una bicicletta!
Mano a mano che ci avviciniamo a Riotorto, il paesaggio maremmano diventa sempre più familiare: quante estati trascorse da queste parti e la sensazione è quella del ritorno a casa dopo un lungo viaggio. La calura della giornata e i chilometri fatti fino a quel momento cominciano a farsi sentire; la strada sembra allungarsi come un elastico e quando il mio compagno di viaggio e di una vita mi chiede di fare una nuova strada per arrivare al villaggio, la iena che è in me si è avventa sul malcapitato e, trattenendo a stento una sequela di “francesismi” degni di un’intera squadra di camalli, dichiara che non avrebbe fatto un metro più del dovuto, pena l’immediata interruzione di un felice sodalizio di oltre 26 anni! Ovviamente non c’è stata discussione e, dopo l’ultimo miglio di polveroso sterrato, facciamo il nostro trionfale ingresso al villaggio come gli eroi di guerra e veniamo salutati festosamente da un coro di benvenuto “ma voi siete matti!”.
E in effetti ci siamo divertiti come dei matti.

Le foto