Il 22 maggio si sono sovrapposti una serie di impegni e iniziative varie e dunque per la ciclogita del Fosso Bergamasco di siamo ritrovati in 7….e per fortuna, possiamo dire col senno di poi!

Il 22 maggio si sono sovrapposti una serie di impegni e iniziative varie e dunque per la ciclogita del Fosso Bergamasco di siamo ritrovati in 7….e per fortuna, possiamo dire col senno di poi!
Alle 8 del mattino puntuali in Piazza della Vittoria a Melegnano per la partenza alla volta di San Giuliano Milanese dove ci aspettavano il “capo scout” Moreno e consorte. Carichi come molle, ci dirigiamo verso Segrate per prendere il treno passate S5 direzione Treviglio. Con un anticipo stellare, circa 20km nelle gambe (da Melegnano) e un divertente passaggio su un ponte ciclabile che esce proprio davanti al binario per Treviglio, riusciamo a prendere il treno delle 9.14.
Dopo mezz’ora circa siamo alla stazione di Treviglio e di lì comincia la nostra gita in bicicletta che ci porterà a fare tratti di strade poco trafficate, percorsi della Ciclopista dei Laghi Sud e del Naviglio Martesana. Abbiamo incontrato anche non poche difficoltà in alcuni punti: un ponte ciclopedonale  a Fara Gera D’Adda con una sbarra dove il passaggio è possibile solo sollevando di peso la bici, qualche tratto impervio in mezzo ai boschi dove è molto più sano scendere dalla bicicletta e portarla a mano.
Scavalcato l’Adda a Fara Gera d’Adda e fatta una salita piuttosto impegnativa, a Gropello d’Adda abbiamo preso il Naviglio Martesana in direzione Vaprio (fino a Vaprio D’Adda 35Km).
Dopo un paio di km sul Naviglio Martesana è possibile vedere il battello con cui è possibile fare la navigazione da Concesa di Trezzo a Vaprio d’Adda .
A Concesa siamo già a 37,5km: breve sosta al Santuario della Concesa per rinfrescarsi alla fontana e poi verso Crespi d’Adda. Attenzione: anche qui c’è un ponte che scavalca il fiume con una ripida scalinata che occorre affrontare bici in spalla.
A Crespi siamo a 40 km da Melegnano e, per chi non si sentisse di andare oltre, la visita del Villaggio patrimonio dell’Unesco vi ripagherà di qualsiasi fatica.
Sono da poco passate le 12 ma lo stomaco già protesta (per la verità il nostro protesta anche dopo una decina di chilometri). Ci fermiamo nel parco del Villaggio Crespi e con fatica il capo scout ci riscuote dal torpore post-prandiale per continuare il nostro percorso in bici.
È il primo pomeriggio e la calura si fa sentire ma i magnifici sette non si fermano di fronte a nulla (o quasi).
Al Villaggio Crespi degno di nota è anche il cimitero e alla sua sinistra inizia un percorso che presenta alcune difficoltà e asperità del terreno ma che costeggia uno dei tratti più belli del fiume Brembo.
Al termine di questo sterrato il capo scout ha avuto qualche difficoltà nel trovare la direzione giusta per Brembate, anche a causa di un cartello decisamente poco chiaro: per chi volesse riprovare ricordate che alla fine dello sterrato si prende a destra.
E qui cominciano una serie di salite un tantinello impegnative: d’altro canto bisogna arrivare a Brembate Sopra.  Lasciata Brembate attraverso una serie di strade secondarie troviamo la Ciclabile del Fosso Bergamasco. Il nostro “conducator” ci porta a Brignano Gera D’Adda,che accoglie i suoi visitatori con un cartello che indica che la località diede i natali a Bernardo Visconti, da molti studiosi identificato con il personaggio manzoniano dell’Innominato.
Ma le soprese di questo paese di poco più di 5.000 abitanti non finiscono qui: a Brignano esiste un Palazzo o Castello Visconti  molto imponente, ben conservato e che merita senz’altro una visita. La fortuna ci ha assistito in questo caso perché, grazie alla presenza di una mostra di un artista contemporaneo danese Nes Lerpa, molte sale erano aperte al pubblico, per altro a titolo gratuito.  
Dopo questa sosta culturale, pochi chilometri ci separano da Treviglio, dove riprenderemo il treno per tornare nella bassa padana.
Ma, arrivati alla stazione, con circa 75 km nelle gambe, scopriamo che i treni sono soppressi per uno sciopero. Dopo qualche informazione su alternative possibili – e lì scopri che le persone non sono in grado di darti alternative che non prevedano l’auto – i magnifici sette si fanno coraggio e affrontano con audacia inaudita la strada del ritorno in bicicletta.
Solo dopo aver percorso una serie di strade più adatte al traffico automobilistico che a tranquilli cicloturisti, Garmin-man (il nostro uomo navigatore Silvio) scopre di avere con sé, oltre all’attrezzatura per la piccola manutenzione che ci invidia tutto lo staff tecnico del Giro d’Italia, anche una piantina generale della Lombardia. È stata la nostra fortuna: lasciata la strada Rivoltana arriviamo finalmente a Truccazzano e sentiamo già l’aria di casa. Sono territori, questi, che abbiamo già percorso più volte e quindi sereni ci siamo fatti questa ventina di chilometri che ancora ci separavano da Melegnano.
Alle 20 e poco più, con 115km sul contachilometri, siamo finalmente rientrati a casa con la convinzione di aver fatto qualcosa di straordinario e grati a quella serie di coincidenze che hanno fatto sì che fossimo solo sette.